Oralità e mondo omerico

Indice

 

I. Dal noto all'ignoto

La nascita della scrittura in Grecia

    Le moderne conoscenze in campo archeologico ci suggeriscono che la scrittura, comparsa presso i Sumeri verso il 3000 a.C. in forma di pittogrammi, passò ai Greci attraverso l'alfabeto fenicio. Sicuramente sappiamo che i Greci introdussero un'importantissima innovazione, attribuendo valore di vocali a cinque segni grafici dell'alfabeto fenicio che non avevano corrispondente quanto a valore fonetico: questo fatto segnò il passaggio dal sistema sillabico a quello fonematico. E' Erodoto a confermarci la validità di queste ipotesi, parlando nelle sue Storie (V, 58) dell'epopea di Cadmo, il fenicio che si stabilì in Grecia portando con sè l'alfabeto "che, a quanto mi risulta, non esisteva in Grecia. Le lettere erano in origine le stesse che tuttora i Fenici impiegano; ma, col passare del tempo, ne modificarono il suono e la forma". L'espressione esatta utilizzata da Erodoto per indicare i caratteri fenici è foinikhia grammata. Le più antiche attestazione dell'alfabeto greco si trovano su alcune coppe e vasi che vengono datati attorno al 740 a.C. circa: possiamo concludere che l'ottavo secolo a.C. sia una sorta di termine ante quem per attestare l'esistenza dell'alfabeto in Grecia. La località dello scambio culturale fra i Fenici ed i Greci abitualmente viene individuata in Al Mina, in Siria, dove, all'epoca in territorio fenicio, i Greci avevano costituito un emporio adibito al commercio: con ogni probabilità, i Greci, vivendo a contatto quotidianamente con i mercanti Fenici, ebbero modo di scoprire tutti gli enormi vantaggi che la scrittura garantiva. Tuttavia non possiamo anche concludere che la scrittura venne importata con lo scopo di registrare le attività commerciali, tanto è vero che la maggior parte delle iscrizioni in greco su vasi e coppe sono di tipo votivo, spesso con versi in esametri con riflessi epici. Qualche studioso suggerisce allora una motivazione poetica dell'importazione dell'alfabeto, con lo scopo di conservare il materiale fino a quel momento trasmesso solo per via orale dagli aedi. A questo proposito si deve notare che quando i poemi omerici vennero scritti - attorno alla seconda metà dell'VIII secolo a.C., come si ritiene - esistevano tutti i presupposti tecnici per la loro conservazione scritta.

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