La Sala Ottagonale: chi non vi ravvisa la sala con volta rotante (Svet. Nero, 31)?
Assai più articolato il settore orientale della Domus, il cui fulcro è la sala a pianta ottagonale con i due grandi cortili poligonali che vi si aprono ai lati. Vi si potrebbe quasi riconoscere il salone a pianta circolare che ruotava continuamente come la terra gettando petali di fiori, ricordato da Svetonio - e l'ipotesi è talmente suggestiva che, nonostante gli archeologi la cataloghino come improbabile o del tutto falsa, è impossibile da scartare completamente per chi studia con passione queste meraviglie dell'antichità fino a ritenerle "proprie". Un particolare che potrebbe tuttavia avvalorare questa tesi è fornito dalla presenza dell'occhio di luce, che potrebbe far effettivamente pensare ad una sala da pranzo, come vorrebbe lo scrittore latino. Se così fosse, dovremmo allora immaginare che la volta sferica della sala fosse ricoperta da un tipo di materiale deperibile - ed in effetti rimangono tracce di un'intelaiatura destinata a coprire le gettate di calcestruzzo - e che potesse girare: il fatto, però, che non siano stati trovati congegni idraulici né meccanici atti a questo scopo sottrae gran parte del fondamento a questo tipo di ipotesi.
In questo settore del Palazzo sono conservate la Sala della volta dorata, con la sua sfarzosa decorazione a stucchi policromi; la Sala di Achille a Sciro, dal soggetto del quadro centrale della volta, che riprende l'episodio omerico dell'eroe acheo nascosto da Teti sull'isola di Sciro, tra le figlie del re Licomede, per sfuggire ai pericoli della guerra di Troia; la Sala di Ettore e Andromaca, anche quest'ultima ispirata dall'epos omerico, con la scena dell'addio di Ettore alla moglie e al figlio Astianatte.