Il regno di Commodo (180-192) portò ad un vero e proprio disgelo nei rapporti fra Chiesa ed impero : proprio durante il suo regno, infatti, la Chiesa come istituzione poté emergere dalla clandestinità e dall’illegalità, almeno parzialmente.
Vittore, ad esempio, il vescovo di Roma, ottenne - grazie all’intercessione di Marcia, la concubina dell’imperatore - la grazia per una lista di Cristiani deportati in Sardegna, che furono prontamente lasciati liberi.
Diventava sempre più evidente la necessità e la volontà dell’impero di integrare la “minoranza” cristiana, che si faceva di decennio in decennio sempre più consistente tanto in Oriente dove era nata, tanto in Occidente, quanto nella stessa Roma.