Gli anni del governo di Marco Aurelio (161-180) impressero una vera svolta all’impero, con una conseguente intensificazione dei processi ai Cristiani e, in risposta, dell’apologetica cristiana per difendere l’integrità morale ed il buon agire degli accusati.
Gli storici antichi avevano originariamente pensato che questo improvviso aumento dei processi contro i Cristiani fosse da attribuire alla mutata rotta politica di Marco Aurelio, ostile ai Cristiani. Già le fonti cristiane antiche, tuttavia, avevano messo in relazione la presunta persecuzione al prostagma dell’imperatore (cioè l’editto sui sacrifici) e assolvevano Marco Aurelio da qualsiasi colpa : in seguito alla pestilenza, alla guerra contro i Parti e alle invasioni germaniche, l’imperatore aveva emesso nel 166-168 un editto, che trova anche conferma nella Historia Augusta (Vita Marci, 13), che prevedeva grandi sacrifici in tutto l’impero per placare gli dei. Il rifiuto dei Cristiani di prendervi parte avrebbe scatenato la violentissima reazione popolare, in cui l’imperatore non aveva alcuna colpa.
Una successiva svolta avvenne nel 177, subito dopo aver associato il figlio Commodo al trono : Marco Aurelio si mostrò durissimo nei confronti dei Cristiani soprattutto perché si andava diffondendo l’eresia montanista, che prevedeva un’intransigenza rigorista e un netto spirito antistatale ed antiromano, che le autorità non sapevano distinguere dalla dottrina ortodossa cristiana. Da questo errore i Romani erano portati a credere che i Cristiani fossero diventati improvvisamente ostili all’autorità imperiale proprio nel momento in cui lo Stato richiedeva la compartecipazione di tutti per la difesa dai barbari.
E’ accertato che le autorità romane dell’epoca di Marco Aurelio non compresero mai la differenza fra gli ortodossi e gli eretici montanisti, neppure Celso, che tuttavia conosceva bene altre eresie createsi nei decenni precedenti. Da questo fraintendimento gravissimo si fece più marcata l’ostilità nei confronti dei Cristiani.
L’imperatore stesso, coinvolto in questa ondata di risentimento popolare, benché non giunse mai ad abrogare il divieto di “conquirere” i Cristiani, estese alla categoria dei sacrilegi la ricerca d’ufficio che prima era destinata solo ai latrones. E’ evidente l’intento di Marco Aurelio di colpire esplicitamente i Cristiani. Esempi di ricerca d’ufficio dei Cristiani sono frequentissimi : basti citare il fatto che il governatore delle Tres Galliae nel 177 ordinò la persecuzione da parte delle autorità di tutti i Cristiani delle città di Lione e Vienna. Il Discorso vero di Celso si può leggere, così, come la risposta del portavoce ufficiale dell’impero ai tentativi degli apologisti cristiani di fornire spiegazioni e discolpe dalle accuse rivolte a proprio carico.