Marco Aurelio

    L'imperatore Marco Aurelio Antonino fu forse l'ultimo grande pensatore stoico. Figlio di Annio Vero, egli nacque a Roma il 26 aprile del 121 d.C.. Dopo aver appreso fin da piccolo il greco dal suo precettore Diogneto, Marco Aurelio dimostrò assai presto un grande interesse per gli studi di retorica. In seguito, attratto dagli insegnamenti dello stoico Giunio Rustico, che lo iniziò alla lettura di Epitteto, abbandonò la retorica per la filosofia, con una passione che lo accompagnò per tutto il resto della vita, nonostante l'impegno che l'esercizio del potere gli richiedeva. La morte lo colse dopo una battaglia contro i Marcomanni, nel suo accampamento presso Vindobona (l'attuale Vienna), il 17 marzo del 180 d.C. In un arco di tempo compreso probabilmente fra il 166 e il 178 circa d.C., nel periodo più tormentato del suo impero, Marco Aurelio compose, in greco, la sua opera maggiore, intitolata I Ricordi, (o anche Pensieri rivolti a se stesso ), in dodici libri. E’ una raccolta di riflessioni e di pensieri per aforismi, che l'imperatore riunì nel corso delle sue campagne militari, approfittando dei rari momenti di pausa: in due libri, infatti, Marco Aurelio precisa le località in cui era impegnato militarmente: il territorio dei Quadi e l'oppidum di Carnunto, appartenente a popoli di stirpe pannonica. Il pensiero filosofico di Marco Aurelio è in sostanza quello di Epitteto, ma l’importanza di questa opera è nel tono intimo, privo di enfasi, meditato e sincero, che la caratterizza. Lo stile, incisivo e stringato, esprime con efficacia la consapevolezza del declino dell'impero. L'opera di Marco Aurelio diede vita ad una nuova forma letteraria, quella del colloquio interiore, destinata a grande fortuna nei secoli successivi.