Apollo, il santuario di Delfi e la Pizia

    Apollo, figlio di Zeus e Latona (Leto), nacque a Delo dopo un parto travagliato : Era, moglie di Zeus si  infuriò infatti non poco per quel figlio non suo e rapì la dea che si occupava delle nascite, Ilithya . Iride ingannò Era e riuscì a portare Ilithya a Delo ed il parto poté avvenire . In genere si associa la sua nascita, paragonata a quella del sole, allo spuntare del giorno dalla notte (Latona infatti è la divinità dell’oscurità notturna) .  Era, la cui gelosia non si placò facilmente, gli mandò contro il terribile serpente Pitone . Questo mostro, figlio di Gea (la terra), custodiva per la madre e per Temi il santuario di Delfi . Nella valle di Crissa, alle falde del Parnaso, nel luogo stesso dove poi sarebbe stato costruito il tempio, Apollo crivellò di frecce Pitone . Per purificarsi dopo questa uccisione, servì Admeto come pastore per nove anni, in Tessaglia, e per questo venne anche considerato divinità dei campi e pastorale .

Ogni anno, alla fine dell’estate, a Delfi arrivava Dioniso, dio associato all’autunno ed alla vendemmia, ed Apollo partiva in esilio, fino alla successiva primavera, nella regione d’Iperborea, l’estremo nord .

Questo mito raffigura il passare delle stagioni e simboleggia il venir meno del sole durante i mesi invernali . Nell’Iperborea un popolo di uomini retti e giusti non faceva altro che cantare le sue lodi.  Ma ogni primavera ritornava su di un carro trainato da due splendidi cigni.

Il suo albero sacro è l’alloro (in greco Dafne) : Dafne, vergine casta e vezzosa, raccoglieva fiori sul Parnaso . Il dio la vide e desiderò prenderla per sè, ma ella si mise a correre e stava per soccombere dopo un lunga corsa, quando Gea l’accolse dentro di sè; nel luogo in cui sprofondò nella terra nacque una pianta, l’alloro, appunto .

Proprio per questa sua affinità con le piante e per il fatto di essere il dio solare e luminoso per eccellenza, Apollo veniva considerato il principio solare che può far germinare come bruciare il suolo con i suoi raggi, spesso associati all’immagine delle frecce infuocate. 

Per ragioni simili è anche dio seminatore di pestilenza, infallibile lungisaettante e giudice severissimo dei peccati umani di orgoglio . Talvolta invece è dio della medicina e delle guarigioni, tanto che suo figlio Asclepio ha il segreto per guarire tutti i mali.

Apollo è anche il dio della musica e con la sua cetra armoniosa dirige il coro delle Muse . Sfidato in una gara di bravura dal sileno Marsia, che aveva osato contrapporsi all’armoniosità della sua lira con una zampogna, dopo aver brillantemente vinto la gara accompagnandosi col canto, per punizione lo scorticò vivo .  

E’ anche associato alle profezie oracolari, che egli distribuisce agli uomini attraverso le sue Sibille o Pizie nei santuari a lui consacrati .    Delfi, città della Focide, era la sede del suo tempio più celebre, detto di Apollo Pitico, perchè proprio in quel luogo uccise, come abbiamo detto, Pitone.

Si diceva che questo santuario fosse stato fondato da un certo Delfo, da cui il nome, e fosse in origine un luogo di culto della Terra Madre, Gea, protetta appunto dal serpente. La città, dopo la vittoria di Apollo, divenne celebre e vi venne edificato il famoso tempio-santuario.

All’interno del santuario esisteva una pietra conica, detta in greco omfalos, considerata appunto come “l’ombelico” o centro del mondo. L’oracolo era sul margine di una profonda fenditura del suolo (chasma), dalla quale sorgevano dei vapori ubriacanti. La sacerdotessa di Apollo, detta Pizia, dava i responsi oracolari dopo aver inspirato i suddetti vapori o dopo aver masticato foglie di alloro, che le procuravano uno stato di eccitazione profetica.

L’oracolo poteva essere consultato solo in giorni prestabiliti, cioè un solo giorno al mese: chi voleva poi farsi predire il futuro doveva recare doni e fare sacrifici al tempio. Un collegio sacerdotale assisteva la Pizia e faceva sì che i responsi fossero sempre opportuni, assicurando così all’oracolo quella fama di veridicità che lo rese superiore a tutti gli altri.

Il tempio, inoltre, era famoso per recare scritto sui due frontoni le due famosissime massime, fondamentali per la cultura e la filosofia greca MHDEN AGAN (niente di troppo) e GNWQI SEAUTON  (conosci te stesso) ed era abbellito, si diceva, da ben tremila statue dorate.

 

Andrea Zoia

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