Nel secondo canto dell’Iliade traspare un problema di fondamentale importanza per quello che é il cosiddetto “mondo di Odisseo”: Tersite, il più brutto fra gli Achei, reclama la fine di una guerra sostanzialmente voluta da Agamennone per ammassare bottino ed Ulisse gli corre incontro, gli ordina di smetterla, lo picchia ed arriva a minacciarlo di cacciarlo nudo e piangente dall’assemblea . Il problema risiede nelle ultime parole della scena utilizzate da Omero : “certo, io credo, il suo cuore arrogante non lo spingerà più ad inveire contro i re con parole ingiuriose . Così parlava la folla ...” .
Queste parole conclusive sono sconcertanti : persino gli uomini del popolo degli Elleni sono inorriditi per la mancanza di discrezione di Tersite e, pur commiserandolo perchè è in fondo uno di loro, approvano di tutto cuore la lezione impartitagli da Odisseo ed il metodo da lui usato . Tersite sostanzialmente scalzava le basi su cui era costruito il mondo Omerico, ed il nostro poeta, che evidentemente rispecchia i valori dell’aristocrazia, non può fare a meno di schiacciare un individuo sovvertitore come Tersite .
Senza dubbio nel mondo di Odisseo esistevano due scale di misura e di valore rispetto all’ethos del lavoro od alla protezione dei diritti . L’uso che Odisseo fa dello scettro (vedi note critiche) di Agamennone in questa vicenda rappresenta un ottimo esempio . Lo scettro, segno di autorità e inviolabilità per oratori, eroi e signori, per Tersite diventa un bastone contundente, perchè egli “non conta nulla nè in battaglia nè in consiglio” .
Nè Omero nè i suoi successori si curarono mai di specificarci quali fossero i loro criteri di discriminazione fra nobile e uomo comune, e tale disinteresse si estende a tutta la scala dei valori, che non viene mai menzionata .
La testimonianza di quella che è stata definita poesia eroica di tipo contadino, composizioni epiche orali composte e recitate fra contadini più che in ambienti nobiliari, genere molto comune in regioni europee ed asiatiche, tende a provare che esse narravano lo stesso genere di storie, lo stesso genere di eroi, con valori e virtù identici a quelli dell’epica aristocratica del tipo omerico . Attestano il contrario l’amarezza di Esiodo, col suo orientamento contadino, ed il solido argomento che, almeno in materia di religione, l’indifferenza di Omero verso la gente comune implica un deliberato rifiuto di credenze e pratiche religiose popolari .
Ciò che invece ci è rimasto è un vastissimo patrimonio di valori della civiltà guerriera omerico-micenea.