L'organizzazione militare nell'Alto Impero

I successori di Augusto

Introduzione

    Con i successori di Augusto, l'esercito non venne a subire radicali trasformazioni, così come non ne aveva subite in precedenza al passaggio dalla Repubblica al Principato. quello che invece progressivamente venne a mutare furono le condizioni di reclutamento e la posizione economica dell'esercito stesso all'interno dell'organizzazione complessiva dell'Impero. Gli effettivi dell'esercito, benché il numero degli ausiliari oscillasse fortemente e non sia così possibile stimarne con precisione la quantità, non crebbero rispetto a quelli che erano a disposizione di Augusto. Approssimativamente si può stimare che vi fossero, per un periodo di circa 2 secoli dopo la morte di Augusto, 150000 legionari ed un egual numero di ausiliari. Alcuni ritengono invece che ben presto gli ausiliari superassero (200000 unità) i legionari.

Una descrizione della dislocazione delle truppe romane al tempo di Tiberio, pochi anni dopo la morte di Augusto, si trova ad esempio negli Annales di Tacito (Annales, IV, 5): 

V. Italiam utroque mari duae classes, Misenum apud et Rauennam, proximumque Galliae litus rostratae naues praesidebant, quas Actiaca uictoria captas Augustus in oppidum Foroiuliense miserat ualido cum remige. Sed praecipuum robur Rhenum iuxta, commune in Germanos Gallosque subsidium, octo legiones erant. Hispaniae recens perdomitae tribus habebantur. Mauros luba rex acceperat donum populi Romani. Cetera Africae per duas legiones parique numero Aegyptus, dehinc initio ab Syriae usque ad flumen Euphraten, quantum ingenti terrarum sinu ambitur, quattuor legionibus coercita, accolis Hibero Albanoque et aliis regibus qui magnitudine nostra proteguntur aduersum externa imperia. Et Thraeciam Rhoemetalces ac liberi Cotyis, ripamque Danuuii legionum duae in Pannonia, duae in Moesia attinebant, totidem apud Delmatiam locatis, quae positu regionis a tergo illis, ac si repentinum auxilium Italia posceret, haud procul accirentur, quamquam insideret urbem proprius miles, tres urbanae, nouem praetoriae cohortes, Etruria ferme Vmbriaque delectae aut uetere Latio et coloniis antiquitus Romanis. At apud idonea prouinciarum sociae triremes alaeque et auxilia cohortium, neque multo secus in iis uirium: sed persequi incertum fuit, cum ex usu temporishuc illuc mearent, gliscerent numero et aliquando minuerentur.

       "Due flotte, presso Miseno e Ravenna, in entrambi i mari, e le navi rostrate davanti alle spiagge della Gallia, navi che, catturate con la vittoria di Azio, Augusto aveva inviato con un forte equipaggio a Foroiuliense (Fréjus ), proteggevano l’Italia. Ma otto legioni, la miglior difesa, presidio comune contro i Galli e contro i Germani, erano spiegate presso il Reno. Le due Spagne solo di recente completamente sottomesse, erano occupate da tre legioni. Il re Giuba aveva ricevuto in dono dal popolo romano la Mauritania. Le altre regioni dell’Africa erano presidiate da due legioni e da un pari numero l’Egitto, e tutto il territorio compreso fra i confini della Siria al fiume Eufrate era presidiato da quattro legioni, territorio con il quale confinano l’Albania, l’Iberia ed altri regni, che vengono protetti dalla nostra potenza contro i regni stranieri. Remetalce ed i figli di Coti governavano la Tracia e due legioni in Pannonia e due in Mesia controllavano la sponda del Danubio, in egual numero erano dislocate in Dalmazia, che, visto che si trovavano, per la conformazione della regione, alle spalle di queste ultime, se l’Italia avesse improvvisamente avuto bisogno di aiuto, sarebbero state richiamate da non lontano, benchè a Roma fossero di stanza milizie apposite, tre coorti urbane e nove pretorie, quasi tutte arruolate in Etruria, in Umbria, nell’antico Lazio e nelle colonie fondate anticamente dai Romani. Inoltre nei luoghi adatti delle province erano dislocate le triremi degli alleati, la cavalleria e le coorti ausiliarie, e questi corpi non avevano un numero molto minore di uomini: ma sarebbe arrischiato farne un conteggio, perché a seconda delle circostanze si trasferivano qua e là, aumentavano e talora diminuivano di numero".

        Questo enorme esercito, che assommava a circa 350000 unità per i primi due secoli dell'impero, doveva non solo gettarsi alla conquista di nuove regioni ma anche difenderne i confini, sulla lunghissima estensione di 10000 chilometri.

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