Mosaico della Domus delle Fontane
Provenendo direttamente dalla domus di Dioniso il percorso del museo prosegue senza soluzione di continuità guidando il visitatore ad ammirare la domus delle Fontane, che deve questa volta il suo nome al ritrovamento di un buon numero di accorgimenti idraulici per alimentare le fontane di cui si faceva bello il ricco proprietario di questa abitazione.
Anche questa casa era dotata di un portico lastricato. L’allacciamento all’acquedotto di Brixia fu realizzato con ogni probabilità nel II secolo d.C. ed in questo periodo il proprietario fece costruire le sue meraviglie idrauliche (di cui oggi possiamo purtroppo solo avere un’idea) ed anche le principali decorazioni interne, come è facile immaginare.
Attorno alla corte lastricata si aprivano i vani più importanti della casa, tra cui spiccano i numerosi ambienti di rappresentanza ed il soggiorno: il vano più esteso, forse una sala di ricevimento, ospitava in origine una fontana di marmo. Incredibilmente di questo locale è stato recuperato anche il soffitto affrescato, che pure era crollato.
Notevole all’interno della domus è un cubiculum (forse un piccolo studio) in cui, nonostante il succedersi di proprietari diversi lungo circa 2 secoli di vita dell’abitazione, la pavimentazione originaria, un prezioso e raffinato mosaico, è sempre stata mantenuta.
Furono anche approntate in tutte le stanze svariate soluzioni per deumidificare e riscaldare i locali, a causa del fatto che – sorgendo la casa alla pendici del colle – numerosi dovettero essere i problemi di infiltrazione: ancora oggi si possono osservare tracce di questi lavori. Anche in questa abitazione sono stati rinvenuti e sono ben visibili ambienti che conservano tracce di pilae per pavimenti sopraelevati per la circolazione dell’aria di riscaldamento.
L’altra fontana che dà il nome alla casa si trovava in un secondo triclinio ( forse destinato ad accogliere gli ospiti in estate ): si trattava di una fontana in marmo a forma di piccolo bacino e serviva a ravvivare il mosaico pavimentale, che raffigurava degli oggetti di vasellame.
L’uso di decorare gli interni di un’abitazione con giochi d’acqua era abbastanza frequente nel mondo romano, soprattutto in zone – come è il caso di Brixia, alimentata da un acquedotto voluto da Augusto – ben rifornite d’acqua. Purtroppo, però, le due fontane oggi si possono ricostruire solo con l’immaginazione, perché ne rimane solo la traccia “in negativo” sul pavimento, a causa della spoliazione dei marmi e persino del sottostante raccordo dell’acqua realizzato in piombo.
Anche la domus di Dioniso ospitava una fontana, collocata nel cortile centrale: nella domus delle fontane, invece, stupiscono gli ambienti di collocazione delle due fontane (due locali coperti), forse corrispondente ai gusti personali del ricco proprietario ed al suo desiderio di sorprendere gli ospiti.
I pavimenti di questa domus portano i colori vivaci di stupendi mosaici: ad esempio in un vano sono riprodotte le quattro stagioni, di cui sopravvive purtroppo solo l’Estate (con le spighe tra i capelli), mentre nel triclinio sono raffigurate le brocche di cui abbiamo detto, inquadrate in un complesso e fantasioso schema geometrico di losanghe e rettangoli. Il pavimento in assoluto più stupefacente della domus delle fontane si trova in una sala dotata di una volta a botte e suddivisa in tre zone decorate in modo differente con losanghe, fiori e foglie di acanto e girandole ed infine esagoni e fiori, il tutto realizzato con la tecnica del mosaico.
Mosaico della Domus delle Fontane
Anche questa domus ospita tracce di decorazioni parietali ad affresco, quali pitture a finto marmo con venature trasversali nere, oppure lo zoccolo rosso a pannelli alternati che decorava un vano a nord del cortile.
Dove né l’occhio né l’immaginazione possono arrivare viene in soccorso una bella ricostruzione tridimensionale ed animata realizzata con l’aiuto di strumenti informatici, che consente quasi per magia di passare in rassegna tutti gli ambienti delle due case così come dovevano forse apparire in origine: questo video, proiettato in una saletta disposta accanto agli ambienti delle domus, permette di immergersi ancora più a fondo nella visita e di cogliere meglio la disposizione di tutti i locali e l’effetto visivo delle splendide decorazioni che li avvolgevano.
Accanto al percorso guidato che permette di esplorare i locali delle due abitazioni questa sezione del museo ospita intelligentemente molti reperti emersi dagli scavi dell’Ortaglia ed appartenenti agli abitanti delle domus stesse: osservando ceramiche, mortai, olle, anfore ancora recanti i bolli d’importazione, recipienti di terracotta, oggetti da cucina, lucerne, serrature e scrigni con chiavi, amuleti e spille, pinzette… si è ancora più coinvolti nella vita quotidiana dei proprietari della due case.