Gaio Svetonio Tranquillo

 

Possediamo pochi dati sicuri sulla vita di Caio Svetonio Tranquillo. Scarse sono le notizie che fornisce lui stesso, scarse anche quelle che provengono da Plinio il Giovane e da Sparziano (IV sec. d.C.), uno degli Scriptores historiae Augustae, autore di una biografia dell’imperatore Adriano. Si sa con certezza che nacque nel Lazio, ma non in quale città (si parla di Ostia o di Roma) né in quale anno (si può pensare intorno al 70 visto che egli era un po' più giovane di Plinio). La sua famiglia apparteneva all'ordine equestre, ma era di non agiate condizioni economiche. Il padre era stato tribuno militare ed aveva partecipato alla battaglia di Bedriaco (69), in cui aveva trovato fine la breve avventura imperiale di Otone (“A quella battaglia partecipò mio padre Svetonio Leto, tribuno angusticlavio [cioè dell'ordine equestre] della XIII legione. Egli soleva spesso raccontarmi che Otone, anche prima di essere eletto imperatore, detestava talmente le guerre civili che un giorno trasalì di terrore quando un commensale si mise a ricordare la morte di Bruto e di Cassio”). E’ Plinio il Giovane in una sua epistola (III, 8) ad affermare che anche Svetonio intraprese la carriera di tribuno; scopertosi poi inabile alla vita militare, la abbandonò per affidare l'incarico disponibile ad un parente. Anche nell'intrapresa attività di avvocato mostrò indecisione e scarso impegno, se è vero quello che leggiamo, sempre in Plinio (I, 18), circa un sogno che lo avrebbe spinto a chiedere all'amico di intervenire perché gli fosse concesso il rinvio di una causa. L'indole di studioso attaccato al lavoro di ricerca e di scrittore sedentario portava Svetonio a scansare le grosse responsabilità, a privilegiare attività non appariscenti e poco impegnative. Se ne rendeva conto lo stesso Plinio suo protettore, che di lui così scriveva a Bebio Ispano: “Svetonio ha intenzione di acquistare un piccolo podere messo in vendita, come mi si dice, da un amico tuo. Ti prego di adoperarti perché possa spendere una somma equa e così restare contento dell'acquisto. In quel campicello ci sono molti elementi che piacciono al mio Tranquillo: la vicinanza di Roma, la praticabilità della strada, la moderata ampiezza e della casa e del terreno adatto più a svagare che ad affaticare. In fondo, ai proprietari che praticano il mestiere di letterati come lui basta un poco di terra ove possano riposarsi il cervello, ricreare la vista, passeggiare lentamente su e giù per uno stesso sentiero, conoscere una ad una le proprie viti, numerare le varie pianticelle” (I, 24). Dunque, Plinio descrive Svetonio come un uomo interamente preso dai suoi interessi letterari: l’espressione scholasticus dominus allude ad impegni nel campo dell’eloquenza, della ricerca erudita, dell’insegnamento. Fu sempre Plinio che si adoperò per introdurlo nella cerchia di Traiano, facendogli ottenere il ius trium liberorum, cioè la concessione di speciali benefici (spettanti inizialmente solo a chi aveva tre figli). Il tono della commendatizia pliniana - epistola X, 9 è esemplare: “Svetonio Tranquillo, uomo di specchiata probità e onestà e di grande erudizione, io, che ne seguivo la condotta di vita e gli studi, già da tempo, o mio signore, ho accolto tra i miei intimi: ho cominciato ad apprezzarlo di più adesso che lo conosco da vicino”. Questa lettera era stata inviata da Plinio a Traiano dalla Bitinia: è stata formulata l’ipotesi che in quella provincia si trovasse allora, al suo seguito, anche Svetonio. Sappiamo, tuttavia, che le sue condizioni migliorarono sotto Adriano, non solo per il costante appoggio di Plinio, a cui si aggiunse quello di Setticio Claro (il prefetto del pretorio al quale Plinio dedicò il suo epistolario come Svetonio le sue Vite dei Cesari) ma anche perché i suoi interessi di studioso venivano a collimare quelli dell'imperatore stesso, amante dell'erudizione e dell'antiquaria. Proprio sotto Adriano, Svetonio ricoprì dapprima l'onorevole incarico di sovrintendere alle Biblioteche e agli Archivi imperiali, poi quello di segretario ab epistulis, cioè redattore della corrispondenza dell’imperatore. Un’iscrizione, riportata sul basamento di una statua in Numidia, offre precise indicazioni a tale proposito. Comunque, l’attività di segretario particolare dell’imperatore durò soltanto dal 118 al 121, anno in cui Adriano, tornato dalla Britannia, prese a ristabilire a corte la rigida etichetta, allontanò Setticio Claro - Plinio era già morto - ed esonerò dall'incarico Svetonio accusato d'aver mancato al protocollo mostrando eccessiva familiarità con l’imperatrice Sabrina (non conosciamo tuttavia gli aspetti specifici di questa vicenda). Svetonio, ritiratosi a vita privata, visse ancora tanto da poter attendere alla stesura di innumerevoli opere per le quali aveva raccolto materiale d'ogni genere e accumulato preziose informazioni negli anni precedenti e durante il suo breve segretariato. Morì forse intorno al 140 d.C.