Analisi del periodo di questo testo
I - Sotto il consolato di Gaio Asinio e Gaio Antistio, correva il nono anno per Tiberio di buon governo dello stato e di prosperità per la sua casa - infatti egli annoverava la morte di Germanico fra gli eventi favorevoli ), quand'ecco che il destino prese ad intorbidarsi, ed egli iniziò ad incrudelirsi o a fornire i mezzi ad altri complici di crudeltà.
L'inizio e la causa prima furono da attribuirsi interamente ad Elio Seiano, prefetto delle coorti pretorie, a proposito del potere del quale ho fatto cenno precedentemente : ora andrò ad esporre le sue origini, i suoi costumi e attraverso quale delitto prese le mosse per usurpare il potere. Nato a Bolsena dal padre Seio Strabone, cavaliere romano, e dopo aver trascorso gli anni della giovinezza frequentando Gaio Cesare, nipote del divo Augusto, - non senza che si spargesse la voce che avesse venduto il proprio corpo per denaro al ricco e prodigo Apicio, improvvisamente riuscì a legare a sé con vari espedienti Tiberio, tanto da renderlo, lui che era così impenetrabile nei confronti degli altri, per sé solo aperto e confidente, non tanto grazie alla sua astuzia ( infatti fu sconfitto con le medesime sue arti ), quanto piuttosto a causa dell'ira degli dei contro la potenza romana, con rovina pari della quale egli fu prima potente e poi cadde in disgrazia.
Aveva un corpo capace di sopportare la fatica ed un animo audace; molto riservato sui suoi fatti, non esitava a puntare il dito sugli altri : si serviva parimenti di adulazione ed ostentava superbia : esternamente mostrava un pudore tutto atteggiato, interiormente covava il desiderio di impadronirsi del potere, e per questo motivo si serviva di lusso e larghezza, ma più spesso di accortezza ed industriosità, che non sono meno nocive, ogniqualvolta vengano simulate per accaparrarsi il potere.
Testo originale
I. C. Asinio C. Antistio consulibus nonus Tiberio annus erat
compositae rei publicae, florentis domus (nam Germanici mortem inter prospera
ducebat), cum repente turbare fortuna coepit, saeuire ipse aut saeuientibus uiris praebere. Initium et causa penes Aelium Seianum cohortibus praetoriis praefectum cuius de potentia supra
memoraui: nunc originem, mores, et quo facinore dominationem raptum ierit
expediam. Genitus Vulsiniis patre Seio Strabone equite Romano, et prima iuuenta Gaium
Caesarem diui Augusti nepotem sectatus, non sine rumore Apicio diuiti et prodigo stuprum ueno dedisse, mox Tiberium uariis artibus deuinxit adeo ut
obscurum aduersum alios sibi uni incautum intectumque efficeret, non tam sollertia (quippe isdem artibus uictus est) quam deum im in rem
Romanam, cuius pari exitio uiguit ceciditque. Corpus illi laborum tolerans, animus
audax; sui obtegens, in alios criminator; iuxta adulatio et superbia; palam compositus pudor, intus summa apiscendi libido, eiusque causa modo largitio
et luxus, saepius industria ac uigilantia, haud minus noxiae quotiens parando regno
finguntur.