Giustiniano

UN MOSAICO RAFFIGURANTE GIUSTINIANO


    Tra il 527 ed il 565 d.C. si articola il lungo e saldo regno di Giustiniano, ultimo imperatore a tentare una riunificazione di Occidente ed Oriente sotto un unico sovrano, benchè il suo tentativo, che costò lunghissimi e sanguinosi anni di guerre, non sopravvisse alla sua morte. All'ippodromo si sfidavano in continuazioni le due fazioni dei verdi e degli azzurri, che corrispondevano alle posizioni politiche - rispettivamente - dei popolari (verdi) e degli aristocratici (azzurri). Gli azzurri da anni esercitavano un vero e proprio strapotere, finchè Giustiniano tentò di ridimensionarlo, causando nel 532 d.C. l'insurrezione della Nika, cosiddetta dal grido di battaglia dei rivoltosi. Nemmeno l'intervento del fedele generale Belisario servì a riportare l'ordine, anche perchè la battaglia tra le vie di Costantinopoli risultava davvero difficile per le truppe abituate al campo aperto. 

    L'imperatore fu sul punto di abdicare, soprattutto dopo che gli giunse la notizia che il popolo acclamava Ipazio, ma sua moglie Teodora lo persuase a rimanere al potere. I maligni sottolineano che Teodora ebbe molto da guadagnare convincendo il marito a non abbandonare il potere: ella, infatti, era stata una prostituta e, grazie al matrimonio con Giustiniano, aveva guadagnato una posizione ed un prestigio tale da non volersene certo privare per ritornare quasi certamente alla miseria ed alla povertà in cui era già vissuta. Allora Giustinano, con un atto di spietatezza quanto di avvedutezza strategica, fece riunire il popolo all'ippodromo ed ordinò a Belisario di dare il via ad uno spaventoso massacro che gli riconsegnò i sudditi obbedienti e sottomessi. 

    A questo punto, Giustiniano procedette alla cosiddetta renovatio Imperii: innanzitutto si preoccupò di promulgare un corpo di leggi che sarebbe diventato tanto celebre da costituire ancora oggi un pilastro del diritto. Il Corpus Iuris Civilis, la cui redazione terminò nel 534 d.C., comprendeva quattro sezioni: il Codex Iustinianus, contenente tutte le leggi promulgate fino ad allora, la Pandette o Digesto, che conteneva i commenti dei giuristi latini, le Instituctiones, ovvero l'avviamento al diritto, ed infine le Novellae, cioè i decreti dell'imperatore.


    Tra il 533 ed il 534 d.C. Giustiniano condusse una guerra vittoriosa contro i Vandali, che condusse alla riconquista dell'Africa, della Sicilia. della Sardegna e della Corsica e che diede il via ad un progetto molto ambizioso di riconquista di tutti i territori appartenuti un tempo all'Occidente. Per mettere in atto il suo personale obiettivo, Giustiniano dovette fare i conti con i Goti, che occupavano stabilmente i territori cui l'imperatore ambiva. La lunghissima guerra contro i Goti si protrasse dal 535 al 553 d.C.. I Goti erano guidati da Amalasunta, che operava una politica conciliante ed ambigua. Nel 534 d.C. morì il figlio di Amalasunta, Atalarico, ed Amalasunta decise di sposare Teodato. Le spie di Costantinopoli, tuttavia, spinsero dapprima Teodato ad eliminare la moglie ed infine, col pretesto di voler vendicare il crimine commesso, Costantinopoli dichiarò guerra ai Goti. I Goti reagirono deponendo Teodato e sostituendolo con Vitige. Nel 540 d.C. Vitige fu catturato ed ucciso . Nel frattempo Antiochia era stata distrutta e Belisario venne richiamato sul fronte danubiano, per cui i Goti poterono riorganizzarsi sotto la guida di Totila. Nel 552 il generale di Giustiniano Narsete massacrò Totila ed il suo successore Teia. 

    Nel 560 circa d.C. l'Italia, semidistrutta per le continue campagne militari che vi furono condotte, è finalmente riannessa all'Impero, concludendone così la parziale riunificazione. Nel 540 d.C. il re di Persia Cosroe invase la Siria, ma venne sconfitto nel 562 d.C.. Nel 554 d.C., attraverso la Prammatica Sanzione, tutti gli atti di Totila furono annullati. Nel 565 d.C., infine, Giustiniano, vecchio, stanco ed ormai logorato dal potere, si spegne e con la sua morte l'Impero torna nuovamente a disgregarsi. 

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