Nato a Ticinum, l’odierna Pavia, Cornelio Nepote visse tra il 100 e il 30 circa a.C. Trasferitosi a Roma, conobbe e frequentò personaggi di rilievo della politica e della cultura, come Pomponio Attico, Cicerone e Catullo, che gli dedicò i suoi Carmina:
Cui dono lepidum novum libellum arido modo pumice expolitum?Corneli, tibi: namque tu solebas meas esse aliquid putare nugas iam tum, cum ausus es unus Italorum omne aevum tribus explicare chartis, doctis, Iuppiter, et laboriosis. quare habe tibi quidquid hoc libelli, qualecumque Quare habe tibi quicquid hoc libelli, qualecumque ... quod, patrona uirgo, plus uno maneat perenne saeclo. (Carmina, I).
I rapporti di Cornelio Nepote con Cicerone dovettero essere buoni, se è vero che lo storico scrisse una biografia del grande oratore e l’oratore espresse sullo storico, rivolgendosi al comune amico Pomponio Attico, un giudizio lusinghiero. Sappiamo anche che gli antichi conoscevano il testo di lettere che i due si erano scambiate e che riguardavano, come è da supporre, argomenti di cultura. Catullo lodò Nepote per i suoi tre libri di Chronica, che doveva essere un’esposizione storica allargata ai fatti di Roma, della Grecia e dell’Oriente. Quest'opera, insieme a quelle di Attico, veniva a colmare una lacuna nella cultura storica dei Romani, che non possedevano ancora una storia universale. Catullo definisce i Chronica un'opera dotta e faticosa (doctis, Iuppiter, et laboriosis, Carmina, I), in considerazione dell'impegno prestato dall'autore nella ricerca storica e nello stile, tanto più apprezzabili se si teneva conto della novità del genere e delle oggettive difficoltà di sintesi e di chiarezza. Nepote compose anche versi che vennero giudicati poco seri, lui che si distingueva anche tra i neòteroi per il carattere schivo e la rigorosa moralità allora considerata prerogativa dei personaggi venuti dalla provincia. Di altre opere non si hanno che vaghe notizie: gli Exempla (raccolta di aneddoti moraleggianti tratti dalla storia); un'opera geografica, ricordata da Plinio il Giovane che gli rimproverò d'aver troppo abusato di favole e leggende; una Vita di Catone e una Vita di Cicerone, alla quale si è già fatto cenno.