Il Marmor Parium ci consente di collocare l'esistenza del poeta Ipponatte verso la seconda metà del VI secolo a.C., intorno al 540 circa. Possediamo tuttavia scarsissime notizie circa la sua vita. Sappiamo che nacque ad Efeso, che forse ebbe origini aristocratiche ( il suo nome lo confermerebbe, perché gli appellativi composti con ippo, “cavallo” erano tipici dell’aristocrazia ), e che fu coinvolto nelle lotte politiche che travagliavano in questo periodo le varie città greche; fu esiliato proprio a causa di questo motivo dalla sua città ad opera dei tiranni Atenagora e Comas, e trovò riparo a Clazomene, colonia ionica dell’Asia Minore, dove visse in povertà. Siamo attualmente in possessi di più di un centinaio di suoi frammenti, di solito tuttavia assai brevi. Si tratta di scritti in dialetto ionico, ma con vocaboli di origine non greca, e forse in uso a Clazomene, città commerciale in contatto con l’Asia. Nell’antichità circolava la leggenda secondo la quale il poeta avesse avuto modo di conoscere due scultori di Chio, Bupalo e Atenide, che, colpevoli di avergli fatto un ritratto troppo realistico, e perciò offensivo, furono spinti al suicidio dalle feroci invettive pubbliche del poeta stesso: benchè il racconto possa essere ovviamente - come suggerito - una semplice leggenda ( senza dubbio legata al celeberrimo frammento che riguarda proprio il povero Bupalo ), la storia dell’arte arcaica conferma la reale esistenza di Bupalo e Atenide, che furono attivi proprio negli stessi anni in cui si colloca la vita di Ipponatte.