Alceo

 

TRADUZIONI

 

    Alceo nacque a Mitilene, nell’isola di Lesbo, verso il 630 o il 620 a.C., da famiglia di stirpe aristocratica. In questo periodo la vita della città era spesso turbata da durissime lotte politiche intestine, che, in una prima fase, avevano causato la fine del  ghenos  aristocratico dei Pentilidi, i quali si vantavano di discendere da Agamennone attraverso Pentilo, figlio illegittimo di Oreste; successivamente, il potere era passato nelle mani di un esponente della famiglia dei Cleanactidi, il tiranno Melancro. Verso il 612 a.C. , però, anche quest'ultimo finì per essere spodestato e ucciso nel corso di una sanguinosa rivolta, a cui presero parte anche i fratelli maggiori di Alceo, Kikis e Antimenida, e che fu capeggiata da Pittaco, il marito della figlia dell’ultimo dei Pentilidi.  Le discordie civili continuarono ancora per numerosi anni, ed un figlio di Melancro, Mirsilo, eliminando oppure costringendo all’esilio tutti coloro che gli si erano opposti, riuscì a divenire  tiranno a sua volta. Anche la famiglia di Alceo e il poeta stesso dovettero subire l'amara sorte dell’esilio – Alceo non dimenticherà mai nelle sue opere l’esperienza politica, ad esempio facendo riferimento alla nave sballottata dai flutti, metafora dello Stato -  e, lasciata Mitilene, si stabilirono nella città di Pirra, che non era molto distante dalla loro patria. Tuttavia, l’opposizione contro il tiranno fu ampiamente mantenuta viva dalle famiglie aristocratiche, a cui si unì lo stesso Pittaco; alla fine anche Mirsilo cadde vittima delle lotte per il potere. La sua morte fu salutata con gioia palesemente feroce da Alceo, che finalmente poté dunque rientrare a Mitilene. La sua soddisfazione, malauguratamente, fu di breve durata, perché Pittaco assunse il potere allo scopo di ristabilire l’ordine, supportato dall'appoggio dell’aristocrazia. L’accordo durò però poco tempo e Pittaco, per il bene della città, preferì chiedere il sostegno delle classi popolari, liberandosi definitivamente dagli aristocratici. La famiglia di  Alceo fu di nuovo costretta all’esilio: il fratello del poeta, Antimenida, si finì per arruolarsi come mercenario del sovrano di Babilonia, mentre Alceo trovò rifugio in Egitto e, per un certo tempo, anche in Tracia. Egli considerò il comportamento di Pittaco come un vero e proprio tradimento e lo attaccò violentemente. Tuttavia Pittaco, che la tradizione annoverò poi fra i sette sapienti, dopo aver ristabilito l’ordine, abbandonò il potere e concesse la amnistia completa a tutti i suoi antichi avversari politici;  in conseguenza di ciò, Alceo poté ritornare a Mitilene, dove trascorse gli ultimi anni della sua tormentata esistenza. Ignoriamo la data esatta della sua morte, ma possiamo con buona probabilità collocarla intorno al 570 a.C. , a poca distanza da quella di Pittaco.