Proposizioni introdotte da quin - quin non

 

Sono particolari tipi di completive introdotte dalle congiunzioni quin e quin non e costruite con il modo congiuntivo. I tempi utilizzati del congiuntivo sono tutti quelli possibili, perifrastiche comprese.

Le espressioni ( tutte generalmente di senso negativo ) che più facilmente le introducono sono:

Non dubito quin / quin non = non dubito che / che non 

Non est dubium quin / quin non = non c'è dubbio che, che non 
Num dubitas quin = forse hai dubbi che ...? 
Facere non possum quin = non posso fare a meno di 
Paulum abest quin = manca poco che 
Silentio praeterire non possum quin = non posso passare sotto silenzio il fatto che 
Non moror quin = non esito a 
Nullam interpono moram quin = non esito a 
Nullus intercedit dies quin = non passa giorno che 

Esempi : Facere non possum quin te laudem, quae tua virtus = data la tua abilità, non posso fare a meno di elogiarti 
                Nullus intercessit dies quin aliquem necaret = non passò giorno senza uccidere qualcuno 

Esempio:  XXXIX. Eo in tempore Nero Antii agens non ante in urbem regressus est quam domui eius, qua Palatium et Maecenatis hortos continuauerat, ignis propinquaret. Neque tamen sisti potuit quin et Palatium et domus et cuncta circum haurirentur. ... Quae quamquam popularia in inritum cadebant, quia peruaserat rumor ipso tempore flagrantis urbis inisse eum domesticam scaenam et cecinisse Troianum excidium, praesentia mala uetustis cladibus adsimulantem.

39. Nerone, allora ad Anzio, rientrò a Roma solo quando il fuoco si stava avvicinando alla residenza, che aveva edificato per congiungere il Palazzo coi giardini di Mecenate. Non si poté peraltro impedire che fossero inghiottiti dal fuoco il Palazzo, la residenza e quanto la circondava. ... Provvedimenti che, per quanto intesi a conquistare il popolo, non ebbero l'effetto voluto, perché era circolata la voce che, nel momento in cui Roma era in preda alle fiamme, Nerone fosse salito sul palcoscenico del Palazzo a cantare la caduta di Troia, raffigurando in quell'antica sciagura il disastro attuale. ( Tacito, Annales ab excessu divi Augusti, XV, 39 ).