Interrogative dirette 

 

Le proposizioni interrogative dirette costituiscono dal punto di vista dell'analisi del periodo delle principali a tutti gli effetti. 

Si suddividono in semplici o disgiuntive, a seconda che prevedano una sola domanda oppure una scelta tra pių termini. In entrambi i casi, si costruiscono con l'indicativo. 


Semplici ( una sola domanda ) 

Si costruiscono nel seguente modo:


-ne ( enclitico ), se si ignora la risposta 
nonne, se ci si aspetta risposta affermativa 
num, se si attende risposta negativa 
pronomi o aggettivi interrogativi ( quis, qualis ...)

Esempi: Videturne tibi hoc verum esse ? ( incerto ) 
Nonne videtur tibi hoc verum esse ? ( domanda retorica affermativa )
Num tibi videtur hoc verum esse ? ( retorica negativa ) 



Disgiuntive ( fra pių termini )

Si costruiscono nel seguente modo: 


Utrum ... an ... ? ( o ... o... ) 
-ne ( enclitico ) ... an ... ? ( o ... o ...) 
( niente )  ... an ... ? ( o... o... ) 


Esempi: Utrum pacem fertis, an bellum ? Portate la pace o la guerra?
Pacem fertis an bellum? Pacemne fertis an bellum ? 


La domanda " ...o no ?"  Si traduce ...an non ? 



La risposta alla domanda introdotta da una proposizione interrogativa si costruisce usualmente ripetendo la parola o il verbo che l'hanno provocata.


Esempio: Tu quoque ibis, Darie? Ibo! -> sė ! 


Un metodo alternativo piuttosto frequentemente attestato in letteratura consiste nel fornire la risposta mediante opportune locuzioni avverbiali. 


Esempio: Interfectus est ? Nihilo minus -> nient'affatto