Proposizioni finali 

 

Le proposizioni finali si costruiscono secondo la sintassi latina mediante la congiunzione ut ( negazione ne ) e vogliono il verbo al congiuntivo presente ( se la reggente presenta un tempo principale ) od  imperfetto ( qualora la reggente presenti un tempo storico ), in accordo con la consecutio temporum. 


Esempio: Alio loco loquar ne plura mox dicam - ... per non dirti troppo ora

                 I ad Manlium, ut praemium tibi det

Ut non è accettato come negazione solo se nega un solo termine della proposizione :


Ne dicam = quasi direi / per non dire 
Ut non dicam = per tralasciare... 


Se è presente un avverbio od un aggettivo comparativo, si usa invece quo al posto di ut, sempre seguito dal congiuntivo, opportunamente accordato alla reggente. 

Esempio:  Haec scripsi, quo maiorem auctoritatem haberem

 

Altre espressioni finali di uso comune, molto frequentemente ricorrenti in letteratura sono: 


Qui + congiuntivo : Qui urbem oppugnarent legatos misit

                                    Missi sunt milites, qui aquam peterent   
Ad + gerundio : Ad urbem oppugnandam  
Causa / gratia + gerundio o gerundivo : Causa urbis oppugnandae 

                                                                         Gratia aquam petendi, oppure Gratia aquae petendae 
Supino attivo : Oppugnatum urbem equites dux misit

                            Aquam petitum milites missi erant 
Participio presente o futuro : Oppugnaturi urbem