Le proposizioni completive finali costituiscono un tipo particolare di subordinate e servono, come dice il nome stesso, a completare un'espressione verbale od un verbo, esprimendo al contempo una data intenzione o fine per il quale l'azione stessa si svolge.
Sono introdotte da ut / ne e sono seguite dal congiuntivo presente o imperfetto, accordato secondo la consecutio temporum: il congiuntivo presente esprime contemporaneitą rispetto alla reggente, mentre l'imperfetto anterioritą.
Le espressioni tipiche che possono essere accompagnate da una completiva finale ( o volitiva ) sono:
verba curandi: curo, facio, efficio, provideo, consulo ... ut
verba postulandi: quaero, peto, flagito, postulo ... ut
verba hortandi e imperandi: impero, hortor, moneo ... ut
verbi che esprimono permesso ( verba permissionis ): concedo, do, permitto ... ut
verbi che esprimono conseguimento: adipiscor, mereo, consequor ... ut
altre locuzioni impersonali: opus est, licet, placet ... ut
Qualora si volesse introdurre una coordinata dello stesso tipo ad accompagnare questo tipo di completive finali, si utilizzerebbe:
ut ... neque, per accostare una coordinata negativa ad una positiva
ne ... neve ( oppure neu ), per accostare due completive finali entrambe di segno negativo
Esempio: ( Terenzio, Il punitore di se stesso, atto I, scena I )
tamen uel uirtus tua me uel uicinitas,
quod ego in propinqua parte amicitiae puto,
facit ut te audacter moneam et familiariter
quod mihi uidere praeter aetatem tuam
facere et praeter quam res te adhortatur tua.Ma le tue qualitą di uomo ed la vicinanza - che reputo simile all'amicizia - mi obbligano a dirti con franchezza e in tutta confidenza che lavori troppo per la tua etą e per i tuoi mezzi.