L'assetto dell'Impero: non potrebbe essere altrimenti ( Liber IV, 33 )
Infatti tutti gli stati e tutte le città sono governati da una forma democratica, da un'aristocrazia o da una forma monarchica; per una forma di governo composta da elementi scelti da quelle tre forme, è più facile tesserne l'elogio piuttosto che si realizzi veramente, oppure - se si dovesse realizzare - non può durare a lungo. Quindi, come quando un tempo governava la plebe o governavano i senatori occorreva conoscere la natura del popolo ed in che modo lo si potesse tenere a freno, e coloro che avevano maggiormente compreso la mentalità del senato e degli ottimati venivano ritenuti i più esperti conoscitori dei propri tempi e saggi; così, ora che è mutato completamente il regime politico e lo stato romano non potrebbe essere governato altrimenti che da una sola persona, potrebbe essere utile discutere e riferire questi fatti, perchè pochi sono coloro che, grazie alla propria intelligenza, distinguono l'onorevole dal disonorevole, l'utile dal nocivo; i più, invece, imparano grazie a ciò che accade agli altri.
Testo originale
Nam cunctas nationes et urbes populus aut primores aut singuli regunt: delecta ex iis et consociata rei publicae forma laudari facilius quam evenire, vel si evenit, haud diuturna esse potest. igitur ut olim plebe valida, vel cum patres pollerent, noscenda vulgi natura et quibus modis temperanter haberetur, senatusque et optimatium ingenia qui maxime perdidicerant, callidi temporum et sapientes credebantur, sic converso statu neque alia re Romana quam si unus imperitet, haec conquiri tradique in rem fuerit, quia pauci prudentia honesta ab deterioribus, utilia ab noxiis discernunt, plures aliorum eventis docentur.
Il ruolo unico degli Annales ( Liber IV, 33 )
Del resto, come sono
utili, così queste cose arrecano pochissimo piacere. Infatti sono le
descrizioni dei paesi, le varietà dei duelli e le morti famose dei comandanti
ad avvincere e ravvivare l'animo dei lettori. Io ho raccolto e concatenato gli
ordini crudeli, le continue accuse, le amicizie ipocrite, la caduta in rovina
degli innocenti e sempre le medesime cause di disgrazia, andando incontro alla
similitudine ed all'uniformità di eventi. In secondo luogo si trova raramente
qualcuno che critichi gli storici antichi, nè importa a qualcuno che tu abbia
celebrato con più ardore l'esercito romano o quello cartaginese: rimangono
invece i discendenti di molti che subirono durante l'impero di Tiberio pene
infamanti. E ponendo anche che le famiglie si siano già estinte, si troveranno
persone che pensano che, per la somiglianza di costumi, le malefatte altrui
vengano rimproverate a loro stessi. Anche la gloria e la virtù hanno dei
nemici, come se attaccassero troppo da vicino i loro opposti. Ma ora torno alla
narrazione che ho iniziato.
Testo originale
Ceterum ut profutura, ita minimum oblectationis adferunt. nam situs gentium, varietates proeliorum, clari ducum exitus retinent ac redintegrant legentium animum: nos saeva iussa, continuas accusationes, fallaces amicitias, perniciem innocentium et easdem exitii causas coniungimus, obvia rerum similitudine et satietate. tum quod antiquis scriptoribus rarus obtrectator, neque refert cuiusquam Punicas Romanasne acies laetius extuleris: at multorum qui Tiberio regente poenam vel infamias subiere posteri manent. utque familiae ipsae iam extinctae sint, reperies qui ob similitudinem morum aliena malefacta sibi obiectari putent. etiam gloria ac virtus infensos habet, ut nimis ex propinquo diversa arguens. sed ad inceptum redeo.