Plutarco

 

Il sogno di Tolomeo (De Iside et Osiride, 361 f)

Testo originale

Tolomeo Soter, dunque, vide durante un sogno il Colosso di Plutone, che si trova a Sinope, benchè non conoscesse né avesse mai visto il suo aspetto, ed il Colosso lo esortava a raggiungere Alessandria quanto prima. Poiché tuttavia egli non sapesse assolutamente dove questo si trovasse, mentre ne parlava con gli amici, gli venne annunciato che un uomo, che si chiamava Sosibio, affermava di avere visto a Sinope, dopo aver a lungo girovagato, un Colosso esattamente identico a quello che il sovrano spiegava di aver scorto in sogno.

 

 

La pratica della filosofia (Quomodo quis in virtute sentiat profectus, 79 a - b)

Testo originale

Infatti Antifone diceva scherzando che in una città le parole appena pronunciate congelavano per il freddo e che, quando poi in estate si scioglievano, si sentivano le parole pronunciate in inverno. Allo stesso modo – diceva – la maggior parte delle persone comprende a stento e troppo tardi – quando sono divenute anziane – le parole pronunciate da Platone per loro quando erano giovani. E per la filosofia nella sua interezza hanno sofferto fino a che la scelta che porta a coloro che possono sviluppare una nobiltà di carattere una stabilità estremamente giovevole ha iniziato a raccogliere ed esaminare i discorsi, le orme dei quali sono rivolte, secondo Esopo, più verso l’interno che verso l’esterno. Come infatti diceva Sofocle, dopo aver adottato scherzando l’ampollosità di Eschilo, e successivamente l’asprezza e l’artificiosità della propria costruzione, di dover cambiare ormai la terza forma stilistica, che è estremamente raffinata e bellissima, così coloro che si occupano di filosofia, quando passano dai panegirici e dai discorsi artificiosi al discorso che richieda carattere e sentimento, iniziano a fare progressi veri e privi di orgoglio.