Le imprese di Aliatte, terzo discendente di Gige ( Storie, I, 17 )
I, 17. Durante il suo regno, [Aliatte, terzo discendente di Gige] compì queste altre imprese degne di essere ricordate: fece guerra agli abitanti di Mileto, portando avanti l’impresa iniziata dal padre. Assalendo Mileto, condusse l’assedio nel modo seguente: quando il raccolto era maturo nei campi, allora muoveva l’esercito all’attacco. Combatteva inoltre al suono di zampogne, cetre e flauti acuti e gravi. Quando giungeva nel circondario di Mileto, non distruggeva e nemmeno incendiava le case costruite tra i campi, e neppure ne forzava le porte: lasciava anzi stare le cose. Se ne tornava invece indietro dopo aver distrutto gli alberi ed i frutti della terra. I Milesi, infatti, erano i padroni del mare, così che un assedio non era di alcun vantaggio all’esercito. Il Lidio non distruggeva le case, per questo motivo: perché i Milesi avessero dei luoghi da cui partire a seminare e lavorare la terra e perché così lui stesso – grazie alle loro fatiche – avesse qualcosa da distruggere durante le sue incursioni.
L'incendio del tempio di Atena ( Storie, I, 19 )
I, 19. Nel corso del dodicesimo anno [della guerra contro Mileto], mentre il raccolto veniva bruciato dall’esercito, si verificò questa circostanza: appena il fuoco fu appiccato al raccolto, l’incendio, a causa della violenza del vento, toccò il tempio di Atena detta Assesia, ed il tempio, preso dalle fiamme, bruciò. Al momento, tuttavia, non vi venne prestata alcuna attenzione, ma, dopo che l’esercito ebbe fatto ritorno a Sardi, Aliatte cadde malato. Poiché inoltre la malattia andava per le lunghe, egli inviò messi a Delfi, o che qualcuno glielo suggerì, o che anche ad egli stesso parve opportuno mandare a consultare il dio sulla sua malattia. Tuttavia, ai messi che erano giunti a Delfi la Pizia disse che non avrebbe dato un responso prima che avessero ricostruito il tempio di Atena che avevano incendiato ad Asseso, nella regione di Mileto.
Il tranello di Trasibulo ( Storie, I, 21 )
I, 21. Aliatte, non appena gli vennero rivelate queste informazioni, subito inviò un messo a Mileto, desiderando stipulare accordi di pace con Trasibulo [tiranno dei Milesi] e con i Milesi per tutto il tempo necessario perché ricostruisse il tempio. L’ambasciatore, dunque, fu inviato a Mileto, ma Trasibulo, che era stato precedentemente informato con esattezza di tutti i fatti e conosceva cosa Aliatte si accingeva a fare, apparecchiò questo tranello: dopo aver fatto portare nell’agorà tutto il cibo che vi era in città, sia proprio che dei privati cittadini, ordinò ai Milesi che – quando avesse fatto loro cenno – si mettessero a bere ed a banchettare allegramente tra di loro.