L'ultimo foro venne inaugurato da Traiano nel 112 d.C., grazie all'ampio bottino da lui accumulato con le campagne contro i Daci di Decebalo. A causa della mancanza di spazio e del sovraffollamento degli edifici a Roma, egli non poté che costruire nella direzione del Campo di Marte, benché a contatto con gli altri fori imperiali. Il progetto fu portato a termine dal celebre architetto Apollodoro di Damasco, secondo linee ben più monumentali dei fori precedentemente edificati: per la sua realizzazione si dovette abbattere una parte delle antiche mura serviane e persino spianare una collina. Un grande arco monumentale ad una sola volta - sulla cui sommità si trovava l'imperatore sul carro del trionfo - serviva da accesso al foro. La grande corte era pavimentata in marmo bianco, con colonnati su tre lati ed una statua equestre di Traiano al centro; numerose erano le statue che vi erano esposte. La corte era delimitata dalla Basilica Ulpia e da alcune sale destinate ad ospitare due biblioteche. Tra le due biblioteche si innalzava la colonna di Traiano, che illustrava lungo la sua altezza la storia della conquista della Dacia. Alla morte dell'imperatore, le sue ceneri vennero deposte sotto il basamento della colonna. Tutto il foro di Traiano, si può dire, è una grande invocazione alla Vittoria: persino la disposizione degli edifici ricorda un campo militare.