I baccanali erano associazioni organizzate: questo fatto va tenuto ben presente, perché se ne possa poi misurare il grado di novità e di scandalo.
Proprio questo aspetto fondamentale sarà infatti diretto oggetto dei divieti del senato, che interviene non per emanare generiche sanzioni moralizzatrici, ma per colpire proprio i centri giuridici di un'organizzazione. Vieterà infatti il giuramento comune, come pure l'assunzione di determinate cariche: quella di bacas (baccante), di magister, minister, sacerdos, magistratus, promagistratus.
Non è chiaro come fossero strutturate gerarchicamente le varie cariche, dal momento che manca qualsiasi riferimento preciso. Il fatto più interessante che emerge è comunque che tutta l'organizzazione ricalca in qualche modo l'organizzazione stessa della res publica, la quale ha appunto magistrature e promagistrature. Proprio questo elemento conferisce ai baccanali una precisa connotazione latina e locale, che dunque é qualcosa di molto diverso da quella estraneità culturale di cui si soleva accusare il rito.
Poco sappiamo circa le cariche. I sacerdoti avevano principalmente il compito di curare l'iniziazione, probabilmente rivestivano un rango importante (Livio sente il bisogno di farne i nomi) e forse erano organizzati gerarchicamente ad imitazione dei collegi sacerdotali romani: i sacerdoti nominati sono infatti definiti come i "maximi": Coniurasse supra septem milia uirorum ac mulierum dicebantur. Capita autem coniurationis constabat esse M. et C. Atinios de plebe Romana et Faliscum L. Opicernium et Minium Cerrinium Campanum: ab his omnia facinora et flagitia orta, eos maximos sacerdotes conditoresque eius sacri esse. Data opera, ut primo quoque tempore comprehenderentur. Adducti ad consules fassique de se nullam moram indicio fecerunt (Ab Urbe Condita, XXXIX, 17) . La carica di baccante sembra essere, per il suo stile, meno romana. Esisteva già nei tiasi dionisiaci greci dell'epoca di Platone e pare designasse il grado più alto dell'iniziazione, che era da mettere in relazione con il raggiunto stato di possessione rituale. Non possiamo però dire che a Roma e nella penisola le cose andassero proprio nello stesso modo. Quanto al magister e al minister, la attestazione del senatusconsultum é la più antica che si possieda in questi termini: sarà però frequentissima nelle associazioni religiose di epoche non molto posteriori. In esse compito dei magistri era l'amministrazione della cassa comune. Il possesso di una cassa comune (pecuniam comoinem) é a sua volta molto oculatamente vietato dal senatusconsultum ai magistri, proprio perchè costituisce il supporto finanziario e forse anche giuridico di ogni associazione. Compito dei magistri sarà anche la cura di alcune pratiche sacrali, come il sacrificio.
La struttura associativa, invece, regolava i rapporti tra il gruppo bacchico e il resto della società. Innanzitutto i baccanali erano un'associazione esoterica, che si basava su un giuramento comune: Livio ci dice che erano riti iniziatici notturni e segreti. Ad essi si era ammessi in base a un ben preciso cerimoniale.
L'iniziando, che era già passato attraverso dieci giorni di astinenza e poi il pranzo e le abluzioni rituali, viene introdotto in un "sacrario" e qui affidato a sacerdoti "come una vittima", pronto per morire e rinascere alla nuova esperienza. Presta un giuramento, ripetendo le parole della formula (carmen sacrum) suggerita dal sacerdote. Il giuramento dell’iniziazione doveva avere per oggetto il silenzio relativo a quanto si fosse visto e compiuto e costituiva comunque il vincolo più importante fra gli individui, che faceva definire i baccanali come una "coniuratio", cioé come un'associazione fondata sul giuramento comune dei propri membri.
Contemporaneamente, il giuramento fa del gruppo un'unità sacrale: questo aspetto giuridico della questione interesserà direttamente il senato, tanto che il divieto da esso emanato si riferisce proprio alla formulazione di qualsiasi tipo di giuramento. L'appartenenza al gruppo qualifica l'iniziato oltre il ristretto ambito del momento rituale: nella vita quotidiana, il riconoscimento dei "congiurati" avveniva mediante l'impiego di un signum, cioé di una tesserina o una parola d'ordine. Era questa un'usanza diffusa tra gli affiliati a gruppi iniziatici e servirà a Roma, nel secolo successivo, anche come strumento di riconoscimento tra gli appartenenti a una stessa fazione politica.
Dunque, un legame di solidarietà doveva tenere insieme, anche al di fuori del momento cerimoniale, gli iniziati al culto bacchico, anche se era forse solo una generica solidarietà di fede, dato che non é probabile che già esistessero allora quelle forme di mutuo soccorso, che caratterizzeranno le associazioni religiose "popolari" della fine della repubblica e dell'età imperiale.
La solidarietà che si stabiliva doveva manifestarsi come rapporto amicale, personale e fiduciario, cioè come un legame di ospitalità. Secondo Livio, al momento della repressione, di città in città i congiurati si sarebbero informati tra loro dell'imminente pericolo mediante litteris hospitum, cioè mediante lettere inviate da un amico ospite ad un altro.
Si potrebbe anche pensare di essere in presenza di un tentativo di costituire una rete di solidarietà sotterranea e parallela a quella della delle solidarietà nobiliari che, mediante i rapporti clientelari, si estendeva al vertice di tutto il sistema confederale, ma sicuramente mancò il tempo per permettere il consolidarsi di questa rete di ospitalità "bacchica": indice inequivocabile é il rapido successo della repressione. Un fatto nuovo comunque si era manifestato: gli iniziati ai misteri bacchici riconoscevano se stessi come membri di un gruppo e non più soltanto cittadini di una res publica.